Il programma di supporto alle persone, strategicamente modulato, genera impatto sistemico concreto e positivo per l’efficacia organizzativa, la governance e per il benessere sociale | la qualità della vita di un individuo può essere migliorata considerando l’individuo nel suo sistema e tenendo conto di come opera una serie di scelte | ognuna di queste scelte impatterà anche sul sistema nel quale l’individuo agisce e, se positivamente indirizzata, contribuirà al sano funzionamento dell’ecosistema aziendale e sociale.
La percezione che si ha degli eventi della vita potrebbe impedire di sviluppare consapevolezza ed individuare con lucidità gli ambiti di azione per gestire più efficacemente delle criticità. La lettura degli eventi è spesso ridotta ad un unico aspetto, mentre attraverso un percorso di supporto le persone possono acquisire una visione più complessiva, spesso multifattoriale che contribuisce poi ad una più completa generazione di benessere in tutte le sue componenti: mentale, fisica, relazionale, economica (total wellbeing).
Quante volte le RU o i manager cercano di risolvere i problemi dei colleghi. Si prodigano dando buoni consigli, magari raccontando anche di se stessi e dei propri momenti difficili. A volte ci provano anche con un rimbrotto, una pacca sulla spalla. Si mettono in discussione o sono spaventati e genuinamente preoccupati rispetto alla situazione che sta vivendo il/la collega. Arrivano ad un punto in cui si rendono conto di non potere valicare un confine. Di non riuscire a toccare il nocciolo della questione e sebbene con le migliori intenzioni, non riescono ad aiutare il/la collega. Oltre allo “sfogatoio”, al dare rassicurazioni che si è un punto di riferimento il/la collega rimane da solo o poco “equipaggiato” per gestire il suo problema.
Chi non pensa che le questioni legali siano solamente una “rogna”? Certo, provocano stress. La maggior parte delle persone nutre pure una naturale diffidenza verso avvocati, commercialisti, notai, assistenti sociali… il sistema! Ad amplificare questo disagio contribuisce anche la ricerca e il reperimento delle informazioni giuste. Giuste per il proprio caso o anche in generale. Giuste per i propri obiettivi, quelli della famiglia o di un familiare di cui ci si deve prendere cura.
Ogni organizzazione vive una storia tutta sua, nella quale le sue diverse parti e componenti possono presentare esigenze e desideri di ridefinizione derivanti da cambiamenti interni ed esterni all’organizzazione stessa.
Le aree che l’organizzazione può volere sviluppare si individuano, a titolo esemplificativo, nei macro-temi dei talenti, delle competenze, dello scopo e della motivazione. Ogni progetto deve poter capire dove e come intervenire in modo mirato, individuare un piano di sviluppo da proporre ai target individuati, valorizzare le iniziative aziendali in una progettazione di senso.
Il sostantivo inglese “coach” assume in italiano il significato di un insegnante/allenatore e di carrozza/vettura.
Il coaching si riferisce dunque sia ad un percorso di allenamento e apprendimento sia di movimento/spostamento… accompagnato.
Un percorso che parte da una situazione, da un momento che la persona o un gruppo di persone individuano come non più desiderabile o funzionale per mettersi nelle condizioni di creare i presupposti interni ed esterni e spostarsi dal punto iniziale per arrivare all’obiettivo desiderato.
Quando un determinato team o gruppo attraversa momenti sensibili, di cambiamento e transizione o presenta esigenze specifiche per il lavoro che deve svolgere con maggiori competenze le group session combinano formazione ed esperienza.
Perché ancora oggi il Mentoring? Per almeno 5 buoni motivi.
Perché la formazione aziendale non sempre soddisfa da sola i requisiti specifici della singola persona nel suo viaggio di crescita professionale.
Perché le competenze non si tramandano solo attraverso la linea gerarchica diretta e non sempre basta svilupparle da soli.
Perché vi sono momenti di crescita professionale dove le persone hanno bisogno di attingere ad un confronto – di natura anche identitaria – nel proprio ambiente lavorativo nel quale non si sentono giudicati o valutati per la performance.
Perché la conoscenza non è legata solo all’apprendimento dei processi e dei contenuti specifici di un ruolo, ma necessita della possibilità di essere verbalizzata per diventare risorsa consapevole.
Perché la complessità attuale richiede la possibilità di ampliare la lettura del contesto attraverso lo sviluppo di relazioni evolutive e significative.
L’assistenza di Eapitalia supporta le task force tipicamente coinvolte nel mappare i contorni della criticità, le risorse e integrarle al meglio nella strategia percorribile. Inoltre, quando già presente in azienda facilita l’accesso alla Helpline per indirizzare le persone ad avvalersi del supporto individuale e specifico.